Un’idea originale e anche un pò romantica è quella messa in piedi a Roma, dove le vecchie cabine telefoniche si trasformano in micro-librerie.
D’altronde di cabine telefoniche non più utilizzate, ma ancora intatte, in Italia ne abbiamo parecchie, si calcola che dovrebbero esserne rimaste circa 18mila. Molte altre invece hanno fatto i conti con il tempo, tantissime rimosse, altre abbandonate e in condizioni pessime, quello delle cabine telefoniche è stato un destino segnato.
Ma se oggi la loro originaria utilità non ha più senso, c’è sempre spazio per dare nuova vita agli oggetti e con essi perchè no, anche ai ricordi.
E così è stato per alcuni cittadini del quartiere Appio Latino di Roma che hanno adibito all’interno delle vecchie cabine telefoniche, delle micro-librerie con tanto di scaffali e naturalmente libri.
Hanno preso il nome di bibliocabine e sono nate dalla passione della lettura di alcuni cittadini, ma anche dalla voglia di incentivarla.
Sono state pulite e riqualificate e oggi attendono solo il definitivo permesso della Telecom per essere riconvertite a piccole biblioteche di zona e custodire i libri che i cittadini hanno già raccolto e messo da parte.

Condivisione
In realtà il trend delle “bibliocabine” è nato diversi anni fa, ma era stato rapidamente abbandonato. I social network e la viralità delle piattaforme digitali l’hanno resa nuovamente un’attività apprezzata e riprodotta nel nostro paese.
Il concetto alla base è quello della condivisione: chiunque passa può prendere in prestito un libro e lasciarne a sua volta uno nuovo.
L’ideatore del progetto delle bibliocabine a Roma si chiama Giuseppe Forti e in un’intervista a Repubblica ha voluto raccontare cosa l’ha spinto a mettere in piedi questa bella iniziativa: “Sono un appassionato di libri, confrontandomi con altre persone mi ha incuriosito la presenza in alcune città di queste cabine adibite a biblioteche di quartiere. Abbiamo iniziato riqualificando una prima cabina e stiamo già raccogliendo volumi di tutti i tipi, dai romanzi ai saggi, fino agli articoli per bambini. Vedendo le cabine, ho pensato potessero diventare delle biblioteche stradali. C’è sempre bisogno di cultura, in qualsiasi luogo“.