Il radio è l’elemento chimico di numero atomico 88. Il suo simbolo è Ra. Il nome dell’elemento deriva dal fatto di essere uno dei più radioattivi conosciuti.
Di colore bianco, annerisce per esposizione all’aria. È un metallo alcalino-terroso presente in tracce nei minerali dell’uranio. È estremamente radioattivo; il suo isotopo più stabile, 226Ra, ha un’emivita di 1602 anni e decade in radon. Il radio (dal latino radius, raggio) fu scoperto da Marie Curie e suo marito Pierre nel 1898.
Marie e Pierre un sodalizio d’amore e di lavoro
Marie e Pierre Curie si conobbero nel 1894 e si sposarono l’anno successivo. Lui era un fisico, mentre lei era laureata in fisica, matematica e scienze. Insieme ebbero due figlie Irène e Eve.
Marie Curie approfondì le sue ricerche sulle radiazioni. Chiamò “radioattività” la proprietà che presentano i nuclei di alcuni elementi chimici quando si disintegrano.
La scoperta del radio… dalla pechblenda
Individuò le radiazioni emesse dall’uranio e dal torio. Poi però scoprì che nelle pechblenda – un minerale che contiene uranio – i residui erano più radioattivi dell’uranio stesso. Da ciò dedusse che questo minerale doveva contenere un altro elemento fino ad allora sconosciuto.
Dopo un’approfondita ricerca insieme al marito, nel 1898 scoprirono due nuovi elementi: il polonio e il radio. Il 20 aprile 1902 riuscirono a isolare il cloruro di radio, sostanza altamente radioattiva usata in medicina per produrre il radon, che viene impiegato per curare il cancro.
Nel 1903 Marie e Pierre Curie condivisero con Becquerel il premio Nobel per la Fisica, per la scoperta degli elementi radioattivi. Marie Curie fu la prima donna a ricevere questa onorificenza.
Quando nel 1906 Pierre morì, la moglie continuò le sue ricerche e subentrò come insegnante al posto di Pierre divenendo la prima donna a insegnare all’Accademia francese.
Nel 1911 ottenne di nuovo il premio Nobel, questa volta per la Chimica, grazie alle sue ricerche sul radio e i suoi composti. Marie Curie è l’unica persona che abbia mai ricevuto due riconoscimenti di questo tipo. Fu nominata direttrice dell’Istituto del Radio e morì il 4 luglio 1934, a causa di una leucemia contratta per l‘accumulo di radiazioni nel midollo osseo.