La Danimarca sostiene l’estinzione degli animali da circo; compra gli ultimi 2 elefanti in cattività e spezza loro le catene della vita circense.
Occorre parlarne, invadere i social, raggiungere anche chi, non sembra essere dotato di una particolare sensibilità nei confronti degli animali.
A proporsi, quale encomiabile fonte di ispirazione, è il governo danese che ha acquistato gli ultimi 4 elefanti da circo rimasti in “attività” nel paese.
Animali dalla memoria di ferro e dalla gratitudine che va oltre l’ “eterno”. Erano rimasti in quattro, ostaggi di uno spettacolo “disumano” in cui a dilettarsi erano rimasti in pochissimi. Elefanti che avevano passato gran parte della loro vita in un circo, finalmente liberi di rippropriarsi della loro dignità.
Ramboline, Lara, Djunga e Jenny sono stati acquistati da due circhi differenti, per una cifra complessiva di 11 milioni di kroner, circa 1,6 milioni di dollari.
Ancora non è pianificata la libertà acquisita dei 4 fortunati elefanti; l‘Agenzia per la Protezione Animali Danese ha specificato che gli elefanti saranno sotto la loro cura e protezione fino a quando non sarà trovata loro una sistemazione permanente.
La Danimarca non è sola in questo progetto chiamato “dignità”

La Danimarca non è la sola ad essersi distinta per questa crescente sensibilità nei confronti di animali da circo. In Inghilterra l’uso degli animali selvatici nei circhi è proibito da oltre un anno. In Germania intanto, ricorrono, già da tempo, ad animali olografici piuttosto che quelli veri, mentre altri si sono schierati apertamente contro l’uso di animali.
Anche gli Stati Uniti si stanno adeguando: gli stati del New Jersey e delle Hawaii sono diventati i primi a votare una specifica legge contro questa pratica inumana lo scorso dicembre.
Alcune legislazioni locali negli USA impongono certe limitazioni alle performance con animali, ma il New Jersey e le Hawaii sono i primi a bandire ufficialmente l’utilizzo negli spettacoli itineranti di animali selvaggi di qualsiasi specie, dagli elefanti alle tigri ai primati.