Videointervista – La storia di Arianna Virgolino: dall’espulsione dalla Polizia all’appello a Marcell Jacobs

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a cura di Marcello Rocco – In esclusiva per “Stylise Magazine” abbiamo intervistato Arianna Virgolino.

Una storia che ha del paradossale, che ha visto Arianna Virgolino espulsa dal corpo di Polizia per un tatuaggio, risalente a quando aveva 18 anni, cancellato già prima delle selezioni per diventare un agente. Un piccolo cuore, con una coroncina e due mani sui lati disegnati sul polso destro rimosso con il laser dopo essersi sottoposta a diverse, dolorose e costose sedute.

La vicenda ha inizio nel 2017 quando il Ministero dell’Interno bandisce un concorso per l’assunzione di 1.148 allievi agenti della Polizia di Stato. ( https://www.stylise.it/trend/davide-4-anni-sconfigge-il-cancro-e-realizza-il-sogno-di-diventare-poliziotto/ )

Virgolino, classe 1988, nonostante fosse impiegata a tempo indeterminato presso un’attività di natura turistica, decide di partecipare al concorso per cercare di realizzare il sogno che aveva fin da giovanissima. Mamma di Alessandro, uno splendido bambino di 9 anni, ha sempre avuto come valore fondante quello per la famiglia a partire dall’amore per il compagno di vita Fabrizio e successivamente per la Polizia di Stato, considerata da Arianna una vera e propria appendice di quest’ultima.

Dopo aver superato brillantemente tutte le prove concorsuali, grazie al ricorso vinto al TAR del Lazio che temporaneamente pose rimedio all’errore commesso durante le visite mediche dove venne considerato l’alone sul polso (l’esito cicatriziale) come un tatuaggio in via di rimozione, riuscì ad accedere al corso di formazione svolto presso la “Scuola Allievi Agenti di Peschiera del Garda”.

Prestato giuramento, la neo agente viene assegnata, nel 2019, alla Polizia Stradale di Guardamiglio dove si distingue per un atto di coraggio che le vale un pubblico encomio da parte del Prefetto di Lodi Marcello Cardona. Aveva infatti destato ammirazione la notizia che vedeva protagonista una giovane poliziotta che era riuscita, insieme a due colleghi, mentre erano fuori servizio, a sedare una rissa in un locale della provincia.

Dopo pochi mesi di servizio l’amara sorpresa: l’esclusione, in via definitiva, dalla Polizia.

In questi anni Arianna Virgolino ha incassato il sostegno non solo da parte di tante persone comuni e di tanti colleghi, a partire dall’USIP (Unione Sindacale Italiani Poliziotti), ma anche dalla quasi totalità delle forze politiche che attraverso prese di posizioni a mezzo social, come ad esempio quelle di Matteo Salvini e di Giorgia Meloni, hanno contribuito a dare un’importante cassa di risonanza mediatica ad un’ingiustizia che ha riguardato non solo lei ma anche altri suoi sei colleghi (cinque donne e un uomo).

C’è stato anche chi, come la senatrice Cinzia Leone, non si è limitato ai soli proclami o alle belle parole di circostanza ma ha presentato un disegno di legge atto a: “Modificare la legge del 1 aprile 1981, n. 121, in materia di requisiti fisici per l’accesso ai concorsi della Polizia di Stato.”

Infatti attualmente il problema è proprio la discrezionalità con la quale questa norma viene attuata dove per pochi ed isolati casi la presenza di un tatuaggio diventa una questione di principio insormontabile, per i vertici della Polizia di Stato e del Ministero dell’Interno, mentre per tanti altri, invece, è possibile addirittura avere il corpo totalmente tatuato senza che questo crei alcun imbarazzo a chi applica due pesi e due misure quando si trova a sentenziare su casi del genere.

Un modus operandi vergognoso, come riconosciuto da una sentenza della quarta sezione Consiglio di Stato, dell’11 dicembre 2020, nella quale i magistrati parlano di:

“Diversificati comportamenti processuali che ha avuto il Ministero dell’Interno nei molteplici giudizi che stanno riguardando il concorso per l’assunzione di 1851 allievi della Polizia di Stato (lo scorrimento delle graduatorie del bando concorsuale cui partecipò anche Arianna Virgolino, n.d.r.).” 

I Giudici amministrativi sottolineano come il Viminale: “A volte ha impugnato le sentenze di accoglimento dei ricorsi di primo grado dopo avere impugnato le sfavorevoli ordinanze cautelari che le hanno precedute (talvolta, con appelli dichiarati tardivi, come è avvenuto nel corso del primo grado di cognizione del presente giudizio); a volte ha depositato atti di rinuncia, in prossimità delle udienze di definizione dei suoi appelli.”

Le conclusioni alle quali sono arrivati lasciano letteralmente basiti in quanto viene ammesso che queste circostanze hanno:

“Comportato una diversità di trattamento, in concreto, delle singole posizioni pur identiche o assimilabili tra di loro”, anche se poi esse: ”«non possono avere rilevanza nel singolo giudizio nel quale si deve fare consueta e doverosa applicazione delle disposizioni vigenti.”

Ed infatti la Virgolino, dopo aver precisato, a più riprese, che non è da un tatuaggio che si possono evincere le capacità professionali, l’abnegazione e lo spirito di servizio di un agente, ha rivolto un pubblico appello al campione olimpico, Marcel Jacobs, il quale rappresentando la Nazione intera, attraverso il corpo della Polizia di Stato, ha vinto una storica medaglia d’oro nei 100 mt nelle Olimpiadi di Tokyo 2020.

La Virgolino nel suo appassionato videomessaggio nei confronti di Jacobs ha chiesto un aiuto per lei ed i suoi colleghi che sono stati ingiustamente cacciati dalla Polizia.

Jacobs infatti è la dimostrazione più lampante di come un agente, un atleta, un campione olimpico, può rappresentare, nel migliore dei modi, il Paese intero pur avendo il corpo totalmente ricoperto di tatuaggi senza che questo aspetto costituisca, in alcun modo, una discriminante: qualcosa per la quale bisogna giustificarsi o vergognarsi.

Per tale motivo oltre che invitarvi a guardare la videointervista ad Arianna Virgolino l’intera redazione di Stylise Magazine vi invita a firmare la petizione su change.org, che segue, per sostenere una donna coraggiosa che sta lottando non solo per i suoi sacrosanti diritti ma anche per quelli di coloro che sono stati ingiustamente discriminati come lei:

Clicca qui per firmare la petizione

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