a cura di Marcello Rocco.
Nel 2008, esattamente 16 anni fa, partecipavo come volontario all’’Obama for America ’08’ prendendo parte a quello che sarebbe diventato uno dei momenti più importanti e iconici della storia degli Stati Uniti d’America e dell’intero pianeta.
Ancora oggi ricordo, con estrema emozione, quei giorni trascorsi alla ‘Windy City’ e i momenti vissuti presso l’’lIlinois Statewide Campaign Headquarters’ al fianco di uno dei miei più cari amici, Pasquale Di Diana, esponente della comunità italoamericana e proprietario della “Trattoria RNB” di Chicago.
GALLERIA FOTOGRAFICA:
(Nelle foto Marcello Rocco, giornalista, con Pasquale Di Diana, esponente della comunità italoamericana e proprietario della “Trattoria RNB” di Chicago, presso l’’Obama for America ’08 – lIlinois Statewide Campaign Headquarters’ in occasione delle elezioni presidenziali americane del 2008)
Aver, nel mio piccolo, contributo all’elezione di uno dei più grandi presidenti degli USA, Barack Obama, è per me motivo di grande orgoglio.
Oggi gli USA sono attraversati da forti divisioni che stanno dilaniando quel Paese
Non mi entusiasma la prospettiva di Kamala Harris alla Casa Bianca per via della sua ambiguità su questioni di vitale importanza come quella della diffusione delle armi da fuoco, che in America rappresenta una delle prime emergenze nazionali, o le posizioni assunte sulla politica estera a partire dal finanziamento e l’armamento dello Stato di Israele, governato dall’ultradestra di Benjamin Netanyahu, responsabile del genocidio del popolo palestinese.
L’alternativa che purtroppo si prospetta con Donald Trump è anche peggiore. Un ‘convicted fellon’, un pregiudicato, che ha come peculiarità quella di essere il primo ex presidente degli Stati Uniti condannato per reati penali e anche il primo candidato per le presidenziali a partecipare alle elezioni da pregiudicato. Inoltre, le sue esternazioni razziste, omofobe, xenofobe e misogine sono note, con prese di posizione estremiste e pericolose come, ad esempio, quella che lo vede in prima linea per vietare alle donne di abortire.
Un’elezione quindi che non riguarda solo gli Stati Uniti ma anche il nostro Paese, l’Europa e il mondo intero.
Una tornata elettorale in bilico, come non mai, che lascerà profonde cicatrici
In queste ore mio pensiero non può che andare, ancora una volta, al reverendo Martin Luther King Jr. e alle battaglie per i diritti civili che hanno caratterizzato la sua vita sperando che ‘I have a dream’ (“Io ho un sogno”) possa ridiventare nuovamente quel sogno di libertà, eguaglianza e speranza in cui credere in America come nel resto del mondo a prescindere da chi vincerà queste elezioni.