6 Aprile 2009: 12 anni fa alle 3,32 la terra trema. Una violentissima serie di scosse, la più forte di magnitudo di 6.3, devasta la città e molte aree della provincia. A rompere il silenzio saranno solo i 309 rintocchi in memoria delle vittime. Ma la catastrofe resta, non solo nel ricordo.
Le scosse nella notte, la Casa dello Studente, le vittime a terra estratte e coperte da lenzuola: immagini indelebili nella nostra memoria
La scossa colse nel sonno gli abitanti e rase al suolo case, monumenti, edifici storici, ospedali, università: la Casa dello studente diventerà uno dei simboli del sisma, con le sue otto vittime. Il bilancio finale sarà di 309 vittime, 1.600 feriti, di cui 200 gravissimi, circa 70.000 sfollati, di cui 13.000 studenti universitari fuori sede.
Avvisaglie già dal 2008
I primi movimenti tellurici si registrarono a dicembre 2008. Poi fu un continuo di scosse che allarmarono non poco la popolazione fino al terremoto distruttivo del 6 aprile.
Alla solidarietà dell’Italia intera ha fatto subito da contraltare la mano vigliacca che si è allungata nelle case sventrate dal sisma per rubare. Accade sempre subito dopo la scossa, quando la gente si precipita in strada mezza nuda e scalza, oppure in pigiama e ciabatte. Mentre tutt’intorno è morte e le macerie hanno inghiottito le persone, qualcuno scrive la pagina più odiosa della tragedia.
Alla luce dei danni e delle vittime il sisma risulta il quinto terremoto più distruttivo in Italia in epoca contemporanea dopo il terremoto di Messina del 1908, il terremoto di Avezzano del 1915, il terremoto del Friuli del 1976 e il terremoto dell’Irpinia del 1980. Nel solo capoluogo, risultano danneggiati 16.000 edifici e, di questi, 8.700 sono classificati ‘E’, cioè fortemente lesionati e quindi non agibili.
Una terra soggetta a movimenti tellurici
Sin dal XIV secolo L’Aquila ha subito eventi tellurici di grave intensità; il 26 novembre 1461, dopo un terremoto di magnitudo 6.5, la città fu interamente ricostruita, in stile rinascimentale.
Poi ci fu il “Grande terremoto” del 14 gennaio 1703 quando gran parte dell’Aquila fu rasa al suolo. Mantennero solo alcune facciate di chiese come Collemaggio (la basilica che fino al sisma del 2009 ha ospitato le spoglie di Papa Celestino V), e le mura medievali.
Il documentario con Lino Guanciale
Consigliamo la visione di “L’Aquila, 03:32 – La generazione dimenticata”, un documentario con Lino Guanciale ripercorre quella terribile notte.

Attraverso le testimonianze dei protagonisti, i ragazzi sopravvissuti, il documentario ricostruisce quanto avvenuto a L’Aquila a partire dalle 22:48 del 5 Aprile, ora della prima scossa; fino alle 21:30 del 7 Aprile, quando viene estratta viva l’ultima studentessa; soffermandosi in particolare sul momento cruciale della tragedia, le ore 03:32 del 6 aprile, quando la terra esplose: pochi drammatici secondi che spensero per sempre i sogni, le speranze, le vite di un’intera generazione.
StyLise ringrazia inoltre Rete 8 Abruzzo per la gentile concessione del loro video reportage girato ad Onna a 12 anni dal sisma.