“ Il Rifugio ”

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A cura dell’Architetto Marco Minichiello

Quell’angolo di terra più degli altri mi sorride…
Ille terrarum mihi praeter omnis angulus ridet…
(Orazio)

Non sempre parlare di architettura e design può far pensare di organizzare spazi innovativi con oggetti da riempire, a volte si può trarre insegnamento dopo eventi ardui vissuti dalla società, e restituire a quegli “ spazi ” versatilità, con linee spezzate e cristalline, spazi ridotti ma fruibili; insomma una nuova modularità aggiornata, ovvero i RIFUGI..!

Dalla Finlandia arriva Space of Mind, la cabin modulare che sa abbinare versatilità e ricercatezza. Costruita quasi interamente in legno, presenta le tipiche forme aguzze in uno spazio di appena 10 metri quadrati. Frutto della collaborazione tra lo studio di architettura Puisto, gli interior designer di Protos Demos e i progettisti di Made by Choice, il rifugio della mente, per meditare o godersi la natura. Proprio per questo non è isolata termicamente, permettendo di entrare più in contatto con l’ambiente che la circonda. Le ridotte dimensioni e la struttura leggera, le permettono anche di poter essere trasportata via elicottero in qualsiasi luogo.

Altro esempio dal grande nord viene dalla Norvegia. A38 Arkitekter ha creato Diamond per il freddo delle montagne. Uno spazio aperto dove il corpo della cabina è in questo caso sorretto da un’unica colonna, il che permette alle frequenti nevicate di fluire al di sotto. Diamond sorge nei pressi di un complesso abitativo tradizionale, utilizzata per uno show televisivo e su una superficie di 45 metri quadrati. Il nome è dovuto ovviamente alle ampie vetrate che massimizzano la luce ambientale.

A dimostrazione della versatilità di questo tipo di architettura, Littow Architects piazza la sua Majamaja non lontano da Helsinki. Rispetto alle colleghe, questo rifugio ( cabin ) offre un’esperienza di ritiro col vantaggio di non allontanarsi troppo dalla capitale. Merito anche delle sovvenzioni pubbliche, che permettono ai gitanti di godersi l’arcipelago nei suoi anfratti più sperduti. Nonostante lo stile essenziale, la cabina dispone di una doccia e una cucina piuttosto ampia. Quel che rimane è l’impatto minimo, grazie all’alimentazione a pannelli solari, con il pensiero di creare un piccolo villaggio con altre cabine in arrivo.

Tre amici architetti hanno deciso di costruire il loro nido nei pressi del fiume Roncador, in Porto Rico. Huaira sorge nel mezzo di esotici campi di cacao, bananeti e aranceti ed è disponibile in alcuni periodi dell’anno anche ai turisti. Un modo per rendere il progetto sostenibile e condiviso. Concepito come un loft, è suddiviso su due piani e tre aree principali. Al piano terra si trovano il bagno e il living che all’occorrenza può diventare una seconda stanza riposo, che si aggiunge a quella principale, al piano superiore. L’architettura è stata progettata pensando che non si possono risolvere problemi generandone altri, e quindi con un impatto ridotto all’osso, tanto che in questo caso è addirittura positivo in termini ecologici, grazie a numerosi accorgimenti.

The Mountain Refuge una start up italiana con le idee chiare ricalca le classiche A-cabin. L’interno non è dunque un concentrato di tecnologia da capogiro, ma offre tutto il necessario per staccare. Il Rifugio può essere montano in quasi ogni luogo, dato che non richiede gettate di cemento e può al più adagiarsi su un plateau o addirittura su pali. Il tetto può ospitare pannelli fotovoltaici mentre nel pavimento sono allocate le batterie. L’interno da 25 metri quadrati è lasciato aperto, ma sono disponibili anche soluzioni personalizzate (per esempio con un terzo modulo e una superficie complessiva da 37 metri quadrati).

La cultura è un ornamento nella buona sorte, un rifugio nell’avversa.
(Aristotele)

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